
ARS MAGNA UMBRAE “Apotheosis”

Nell’affrontare la recensione di questo EP di debutto del progetto After The First, avevo inizialmente pensato di fare un lungo ragionamento sul Djent, a proposito dell’incredibile interesse che sembra riscuotere al giorno d’oggi. Poi, ho deciso di lasciare stare, un po’ per evitare di passare per il solito vecchio matusa nostalgico del passato, ma soprattutto perché francamente me ne frega poco di quello che ascolta la gente. Comunque, per farla breve, il Djent per me è vissuto, sempre se sia mai esistito, nell’arco di soli tre dischi, tutti orbitanti intorno ai Meshuggah: il devastante “Chaosphere”, l’oppressivo e asfissiante “Nothing”, dove sono apparse le prime chitarre a otto corde, ed il divertente progetto solista del chitarrista Fredik Thordendal, chiamato appunto Fredrik Thordendal’s Special Defects ed autore di un unico lavoro intitolato “Sol Niger Within”. Il resto è noia, come direbbe il sommo maestro Califano. Giusto per non passare per il criticone sputasentenze, ho provato tante volte a cercare qualcosa di interessante in questo pseudo genere, andando a sentire compilation su Spotify o Youtube, ma eccetto qualcosa del Crossover estremo portato avanti dai Iwrestlerabearonce, ho trovato davvero pochissimo che desse soddisfazione al mio interesse. Continua a leggere
Dopo la seconda parentesi Njiijn, ritorniamo alla band madre per parlare di questo split a tre insieme ai misconosciuti Ancestral e Merankorii. Ad aprire le danze ci sono due lunghi brani del progetto americano portato avanti dal polistrumentista B. e che porta il nome di Ancestral. Su di loro non è che ci sia molto da dire, visto che la loro proposta si limita semplicemente a ripetere in maniera del tutto pedissequa il Black Metal di matrice Burzum, dove a farle da padrone ci sono le urla sguaiate del suo mastermind e la classica produzione da cantina. Non so voi, ma ricordo che in quel periodo di gruppi del genere ne giravano parecchi, e non a caso nello stesso anno produssero anche uno split con gli alfieri del Depressive Wedard, per poi scomparire nel nulla. Ben più strani e particolari risultano invece i Merankorii, anche questo un progetto solista da parte del musicista portoghese Mind Booster Noori, che in questo split album mostra una spiccata tendenza a spaziare attraverso più generi. Infatti, se “Analog Dialog” riprende il classico Dungeon Ambient in stile Isengard o Wongraven, “Summer Rain” si accosta invece più all’Ambient minimalista di “Rundtgåing Av Den Transcendentale Egenhetens Støtte” del buon Conte, sebbene privata di quel feeling oscuro ed arcano che tanto ci mandò fuori di testa da giovincelli. Continua a leggere