Spesso, si sa, quantità è qualità fanno fatica a viaggiare di pari passo. Il panorama musicale è infatti pieno zeppo di gruppi che sfornano a getto continuo release tutt’altro che memorabili senza evidentemente chiedersi se non valga la pena attendere di avere in mano una manciata di idee un po’ più consistenti, forse fin troppo speranzosi di trovare la quadratura alla propria musica puntando più sul numero che non su un’accurata scelta del materiale da proporre. Se la mettiamo sulla pura prolificità, anche il progetto Sivyj Yar, portato avanti dal polistrumentista russo Vladimir, non fa eccezione, se è vero com’è vero che questo “Burial Shrouds” (“Поминальные холсты”) è il quinto full length nell’arco di neanche sei anni, ma in questo caso non possiamo assolutamente limitare il giudizio ad un mero conteggio delle uscite, perché ancora una volta questa one man band ci dimostra che, pur essendo passato meno di un anno dal precedente disco, anche questo suo album ha tutti i pregi e i dettagli che si richiedono ad un lavoro di livello pubblicato non certo per far numero ma per ritagliarsi un proprio spazio al sole. Continua a leggere
SIVYJ YAR “Burial Shrouds”
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