
Oserei quasi dire che Vulr, il mastermind che si cela dietro il progetto Skialykon, abbia come suo principale obiettivo quello di mettere in serie difficoltà l’ascoltatore, o forse sarebbe meglio specificare ascoltatori sempre incasinati come il sottoscritto. Infatti, per riuscire ad entrare nei meandri di questo “Aura Kósmos I: Madre Notte”, che segue di quasi sei anni l’ottimo debutto di “Vestigio”, ho dovuto dedicare diversi mesi di ascolto prolungato e nonostante tutto faticavo a venirne a capo. Poi, ad un certo punto, è come se fosse partito un clic nelle orecchie, e da quel momento la bellezza del lavoro si è dischiusa in tutta la sua grandiosità. Capisco che gli ultimi mesi lavorativi sono stati piuttosto massacranti, e che quindi approcciare ad un disco del genere con la mente occupata da altri pensieri non è proprio il massimo, però c’è anche da dire che lo stesso debut album mi creò al tempo gli stessi problemi di ascolto. Non so che dire, alla fine il buon Vulr si cimenta in un ottimo Black Metal di derivazione norvegese, con i vecchi Satyricon ben presenti tra le sue primarie influenze, ma che in questo “Aura Kósmos I: Madre Notte” sembra quasi voler rivolgere il proprio sguardo verso il cielo ed alle meraviglie del cosmo, creando un effetto piuttosto straniante tra il pulsare feroce delle screaming vocals e di una drum machine lanciata sempre a manetta, e l’ariosità e grandiosità delle melodie creata da chitarra e synth, il cui suono sembra voler evocare l’immensità del cosmo. Continua a leggere