Dopo due soli promo, il progetto italiano Unalei ha debuttato con “Taedium Vitae”, una uscita sorprendente che ha saputo coniugare un’ispirazione di ascendenza Novembre con un ricercato gusto personale per la melodia. L’occasione giusta per Hypnos Webzine per portarvi i pensieri e le riflessioni di Federico Sanna, la mente di questa promettente realtà.
Ciao Federico, grazie per aver accettato di fare quest’intervista con noi! Senti, per rompere il ghiaccio, anche se “Taedium Vitae” è uscito i primi di Agosto, hai avuto già qualche riscontro da fan e stampa su questo tuo lavoro?
Federico Sanna: Ciao e grazie a voi, è un grande piacere! Beh sì, la risposta da parte dei non addetto ai lavori è stata più o meno unanime. Non avrei mai pensato di ricevere così tanti pareri positivi e un discreto numero di “fan” nel vero senso del termine, sono davvero contentissimo. Sono ambizioso, ma non mi faccio mai aspettative. Da parte della critica è arrivata già qualche recensione e anche qui posso ritenermi soddisfatto: secondo me la critica musicale va presa con le pinze… alcuni infatti sono in visibilio e si chiedono come abbiano fatto a non scoprirmi prima giudicando il prodotto maturo, elaborato, vissuto; altri addirittura lo hanno giudicato inferiore ad “A Sua Immagine”, pieno di cambi, discontinuo, come una creatura che si trasfigura e non è ancora arrivata alla forma finale, un po’ come i “daimon” de “La Bussola d’Oro” di Pullman. In ogni caso ritengo che entrambi i pareri siano validi e giusti nella misura in cui non van ad estremizzare nessuno dei due aspetti. Comunque, attendo altre valutazioni! Tuttavia, a quanto pare gli altri riescono a percepire qualcosa nel mio lavoro che a me sfugge, peccato.
La tua produzione musicale prima di “Taedium Vitae” consta solo di due promo (“A Sua Immagine” del 2014 e “Cover Pack #1 dell’anno scorso), eppure in così poco tempo sei riuscito a raggiungere un deal discografico importante, e soprattutto a rilasciare un lavoro decisamente interessante. Come te lo spieghi? Quanto questi due promo sono stati determinante per la riuscita di questo tuo nuovo disco?
Federico Sanna: Eh, come spiegarlo, non saprei. Un po’ di fortuna, il trovarmi nel luogo giusto al momento giusto, avere la faccia tosta di infilarsi nei giri, credo che il materiale sia anche discretamente valido. Discontinuo o no, diretto o meno, quello che faccio è sempre sincero e trasparente, di questo sono sicuro. Certo, non sono passati nemmeno due anni dalla pubblicazione autoprodotta di “A Sua Immagine”, è stato poco tempo. Forse per il primo lavoro mi aspettavo ancora meno risposte positive rispetto ad ora, è stato quello a spingermi a fare un’ultima prova… ed ecco “Taedium Vitae”. Sappi però che ho passato tutti i santi giorni per tre anni a lavorare sulle bozze, dal 2013 al 2015, nessuno escluso. Grazie di aver citato “Cover Pack”, è divertente: non ero soddisfatto del mix inesperto di “A Sua Immagine” e così decisi di fare tre pezzi a costo quasi zero per potermi divertire e fare pratica con il lavoro al mixer. E’ stato fatto in due giorni e non doveva nemmeno essere pubblicato, ma il risultato mi è piaciuto, ecco tutto! Quindi i due lavori sono stati davvero importantissimi, è stata la mia gavetta, ho imparato quello che un musicista deve almeno sapere quando si affianca a un fonico, ho imparato come si fa un disco “decente”. Credo che le melodie di “A Sua Immagine” siano squisite e prima o poi lo riregistrerò da capo, purtroppo il progetto è andato perso credo…. Comunque, discontinuo o no, diretto o no, il mio messaggio è sempre sincero, devoto e umile. Di questo sono sicuro.
Da dove deriva il nome Unalei e in che modo pensi si associ bene alla tua musica?
Federico Sanna: Dal culto che coltivo, quello della donna. La donna e i giovani sentimenti sono i miei argomenti preferiti in arte, lo ricerco ovunque, nella letteratura, nella musica. Stranamente prendo inconsciamente ispirazione da ciò che sembra mi sia negato dare e ricevere in questa vita, fino ad ora, forse ho qualche pena da scontare. Il nome “Unalei” lo decisi insieme alla prima persona di cui mi innamorai così come il titolo “Fattezze di Rosa” per dirti… sembrava dovesse andare bene, ma poi. E mentre ti scrivo questo sento un nodo allo stomaco non indifferente, una autodistruzione volendo fare del bene agli altri, una abnegazione di sé. Tuttavia, ci sono anche altri motivi sai, fosse stato solo quello dovrei cambiare nome al progetto, non trovi? Ho una femminilità abbastanza spiccata per alcune cose e ho una certa avversione verso il sesso maschile, non mi va molto a genio.
Su “Taedium Vitae”, tranne il basso e un assolo di chitarra su “La Bellezza Inedita”, suoni praticamente tutto da solo. Da dove nasce questa necessità di creare musica in maniera quasi completamente autosufficiente, limitando al massimo la presenza di guest su disco?
Federico Sanna: Guarda, io ho iniziato come batterista, poi mi sono cimentato con molti altri strumenti. Ci ho messo parecchio tempo per capire quale fosse la mia dimensione all’interno del mondo “musica”. E alla fine ho capito che non è nessuno strumento, è lo scrivere e arrangiare musiche, qualsiasi esse siano, giocare con l’apparato matematico dell’armonia. Sono molto convinto delle idee che ho o quanto meno so dove voglio andare a parare, quindi non mi dispiace perdere, come detto, tre anni su soli otto pezzi che se vogliamo, sono un’unica composizione di un’ora scarsa di musica. Ho sempre voluto fare le cose 100% mie anche quando suonavo all’interno di gruppi, avevo la sensazione che sarei riuscito a tirare fuori qualcosa che mi soddisfacesse senza l’apporto di altre persone. Tuttavia non ho limitato al massimo le guest, anzi avrei voluto che molte altre persone partecipassero sul disco… purtroppo non ce l’abbiamo fatta. Comunque sia, c’è una totale comprensione umana ed artistica con il mio amico Federico, il bassista. Il suo apporto è fondamentale, conosce e ha vissuto in parte il concept fondante di Unalei, mi ha fatto essere una persona migliore e inoltre è un autore di grandissimo talento, è un onore. Tra l’altro lui di Metal e affini conosceva zero, le sue linee di basso danno un tocco di originalità in più.
Dando uno sguardo ai titoli delle canzoni, compare sempre una data tra parentesi. Non avendo potuto dare una occhiata ai testi, mi pare intuire che “Taedium Vitae” sia una sorta di concept album. Se è vero, qual’è il tema centrale che si cela dietro i testi?
Federico Sanna: Finalmente qualcuno l’ha notato, eppure mi sembra evidente! Si, lo è, ma se non lo spiegassi a voce sarebbe difficile da capire. Parla delle giornate passate con l’una lei originale che mi sono rimaste maggiormente impresse. Inutile dire che seguendo l’ordine cronologico la storia è andata veramente a quel paese. Dovrei spiegare i testi uno per uno, sono molto criptici, questo perché da una parte voglio esprimere e buttare fuori quest’esperienza negativa, ma dall’altra me ne vergogno anche un po’, non so perché. Il sentimento di fondo è dunque una cosa unica formata da adorazione, da odio, negazione dell’evidenza, speranza e ipocrisia. Soprattutto in brani come “Aporia”, “Primo Reincontro” e “La Vuelta Estéril” si carpisce, credo, che ho passato un brutto quarto d’ora, fisico e mentale.
Tra i vari brani di “Taedium Vitae”, quello che mi è rimasto più impresso è senza alcun dubbio “Belyje Noci”, la cui frase “Sono legato a lei con l’edera, vorrei che la tagliasse, se ne andasse” mi ha risuonato in testa per diverso tempo. L’idea che mi sono fatto è che questa sorta di metafora rappresenti un rapporto difficile con una donna, e vedo di non essermi sbagliato, ma mi piacerebbe se potessi spendere qualche parola in più su questo brano.
Federico Sanna: Mi fa davvero piacere che tu abbia apprezzato questo brano, è il più ostico e lungo, che si pone per di più come seconda traccia. Gli altri sette pezzi senza questo formerebbero un disco diverso e più fruibile senza alcun dubbio. Allora: il titolo è l’originale in russo per “Le Notti Bianche”, novella romantica di Dostoevskij, un testo che apprezzo davvero molto. Me lo fece leggere lei dopo che la cosa era già finita, e quasi boccheggiavo mentre lo leggevo perché narra praticamente la stessa dinamica di ciò che è successo tra me e quella tizia in pochi mesi, anche se nel libro è concentrato in pochi giorni, fare degli esempi pratici mi sembra però eccessivo. Il testo fino alla parte finale che hai citato è infatti composto da frasi pronunciate da me e lei, ma anche presenti in quel libro… emotivamente devastante. La parte “sono legato a lei con…” l’ho scritta io. Una situazione scomoda, ma di comodo, in cui rimani sempre più invischiato e alla fine l’unico modo per uscirne e dare un taglio netto, tagliare la testa al toro. In sostanza, consiglio vivamente la lettura della novella, potrebbe dare molte più risposte che qualsiasi intervista, non è scelto a caso! Grazie molte per l’interessamento!
Passando al lato musicale di Unalei, l’influenza dei Novembre mi è sembrata sin da subito molto evidente, sebbene abbia specificato in sede di recensione come da questa base tu sia riuscito a sviluppare un sound decisamente personale, capace di potersi evolvere lungo svariate direttive ed in grado di evidenziare un talento per la melodia davvero cristallino. Eppure, nonostante questo, mi sembra di capire che coi Novembre, ed in special modo con i fratelli Orlando, tu sia in rapporti molto stretti, vista la vostra presenza come loro spalla nella loro prossima data romana al Traffic ma anche per il prezioso aiuto che Giuseppe vi ha fornito nel mixing della batteria. Quanto questa influenza è stata importante per il processo compositivo? Inoltre, domanda più personale, che ne pensi del nuovo “Ursa”?
Federico Sanna: I Novembre sono stati per davvero molto tempo il mio gruppo preferito. Nonostante suonassi già dalla tenera età ho deciso di farne una parte importante della mia vita quando li ascoltai; sono stati la colonna sonora della mia adolescenza, so a memoria tutta la loro discografia. Voglio un immenso bene sia a Carmelo che a Giuseppe, che un giorno si è trovato di passaggio nello studio e si è messo a lavorare spontaneamente sul lavoro. Rapporti stretti? Non direi. C’è però un legame metafisico, qualcosa che alla fine ci ha portato ad avvicinarci, anche se solo per motivi musicali. “Ursa” a livello di lirica è pazzesco, come tutte le liriche di Carmelo, a livello musicale non è a livello dei precedenti, la produzione è originale e cristallina. Un ottimo disco, e poi nei ringraziamenti c’è anche il mio nome, che gioia immensa è stato vederlo!! Ah, logicamente ci sono loro al primo posto tra i ringraziamenti di “Taedium Vitae”, già inseriti prima di vedere “Ursa” (ride). Comunque, mi ritengo molto fortunato. Sono un ragazzo che ha potuto avere dei contatti relativamente facili con i suoi idoli di gioventù, i Novembre così come i Klimt11918. Non capita in tutte le vite.
Visto che per le prossime date avrai dovuto reclutare qualche musicista, vorresti presentare la line-up degli Unalei live e dirci quali sensazioni provi quando senti suonare la tua musica da altri musicisti?
Federico Sanna: Certo, anche se non so cosa succederà dopo questa data. Alla batteria, senza bisogno di presentazioni c’è David Folchitto: ormai stavo per rinunciare alla data quando Alfonso, il fonico dietro a “Taedium Vitae” (nonché batterista dei Lunarsea che suonerà l’otto ) me lo ha consigliato. David c’è stato subito ed è un grandissimo onore: musicista, insegnante, endorser numerose volte, persona adorabile, gentile disponibile e umile, una persona di quelle che fa bene frequentare e ti strappano un bel po’ di risate, da tenerselo stretto! Alla chitarra troviamo una vera lei, Emanuela Marino, già leader di un gruppo scioltosi purtroppo qualche giorno fa. Con lei invece siamo amici da diversi anni, ma in effetti personalmente ci conosciamo poco e non abbiamo mai suonato insieme. Anche lei c’è stata all’ultimo, il lavoro da fare è stato tanto, importante e chirurgico. Una grande, con meno di un mese e soltanto due prove. Anche lei brava chitarrista e ottima autrice. Al basso come poteva mancare Federico Petitto? Io e lui abbiamo rispolverato i pezzi per la prima volta dopo la registrazione per questo concerto, non avevamo quasi toccato più gli strumenti, c’è stato da ridere. Approfitto per citare il suo progetto musicale, Unminutodisilenzio, niente a che vedere col Metal, ma ha a che fare con ciò che ognuno può vivere. Forse presto uscirà qualcosa, qualche nuova perla… Non so ancora dirti che sensazioni ho, ma con loro tre c’è una grande sinergia, siamo molto compatti e martellanti, ripeto, con sole due prove. Soprattutto con David, è bello suonare, guardarsi negli occhi e capire che stai andando nella stessa direzione. Ma forse, la vita dei tour non fa per me.
Hai già una qualche idea su come potrà proseguire lo sviluppo del sound degli Unalei? Hai già qualche nuova traccia in cantiere?
Federico Sanna: Ho una marea di roba. Non so quando, e se. Ma se sarà, svilupperò un concept incentrato su due album totalmente opposti per tematiche, sonorità, organico ed arrangiamenti. Stavolta le tematiche e i testi saranno predominanti sulla musica, e basta queste bagatelle sentimentali, si parlerà di temi universali. Ma è tutto da definire, ora voglio pensare più alla vita di Federico che a quella di Unalei.
Questa era l’ultima domanda, siamo giunti così alla fine dell’intervista. Grazie mille della disponibilità. Come nostro solito, lascio a te l’ultima parola.
Federico Sanna: Bella intervista davvero, grazie dello spazio dato! Sono stato per molto tempo contrario a ciò che il post-modernismo comporta e alla tecnologia troppo avanzata, ma mi sto arrendendo a quest’epoca che vivo. Perciò, se veramente, oggi, il modo per supportare le band è mettere il “mi piace”, commentare, condividere, spammare e quanto altro, allora fatelo. Fatelo! Non abbiate paura di dire ciò che vi piace e ciò che non vi piace, siate liberi e sinceri nella diffusione di una bella canzone e dire: secondo me questa è una bella canzone, punto. Siate liberi e sinceri senza adulare od offendere il prossimo ed il mondo, anche quello musicale girerà meglio. Supportateci, grazie!