Dopo la sbornia natalizia di Black Ambient con lo speciale dei Njiqahdda, torniamo a bomba sulla nostra attività ordinaria parlando del debutto dei fiorentini Le Pietre Dei Giganti. Il quartetto guidato dal cantante e chitarrista Lorenzo Marsili si è dimostrato una bella sfida per il sottoscritto, che ha dedicato numerosi ascolti a questo “Abissi” prima di poter giungere a questa recensione. Infatti, a dispetto di un nome che potrebbe richiamare l’epopea d’oro dello Spaghetti Prog di metà anni settanta, la band propone uno strano miscuglio tra Post-Grunge, dove numerosi richiami ad Alice In Chains e Soundgarden, velleità cantautorali e qualche passaggio Stoner che compare qua e là nel corso del lavoro. Pur essendo piuttosto facile cogliere riferimenti sulle influenze che hanno portato alla composizione di questo disco, in generale risulta essere piuttosto complicato racchiudere la band sotto una singola etichetta. Continua a leggere
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SOMMOSSA “Autentica”
Per i trevigiani Sommossa vale un
po’ il discorso fatto per i loro compagni di etichetta The Vasto, ovverosia hanno
un monicker che sembra voler ispirare rabbia e rivolta anche se poi all’ascolto si
rivelano di natura completamente diversa. Fortunatamente, le similitudini
finiscono qui poiché i Sommossa, guidati dalla calda voce del chitarrista Diego
Bizzarro, sono riusciti in qualche maniera ad attirare la mia attenzione.
Infatti, la proposta musicale del trio si potrebbe definire come uno strano
incrocio tra Rock Alternativo, Post-Grunge e canzone d’autore, dal quale emergono
con forza la già citata voce di Bizzarro, che mi ha ricordato uno strano
incrocio tra il Renga dei Timoria e Manuel Agnelli, ed il potente basso di
Paolo Martini, che insieme al suo compare Marco Tirenna alle pelli, formano una
solida e variegata base ritmica. Continua a leggere
HYENA RIDENS “La Corsa”
Credo che la Overdub Recordings ci stia proprio prendendo gusto a mettermi in difficoltà, perché dopo i particolarissimi Cento Scimmie recensiti lo scorso luglio, ora tocca agli Hyena Ridens farmi mettere mano al dizionario per scovare i termini adatti per descrivere questo loro stranissimo mix musicale. Infatti, scherzi a parte, il trio capitanato da Gennaro Davide alla voce e basso, dopo un primo lavoro autoprodotto suonato in una classica line-up a 5 elementi, decide di mettersi in discussione, optando per una nuova forma più snella a soli 3 elementi, sacrificando completamente la chitarra elettrica. Una scelta estremamente rischiosa la loro, soprattutto per il fatto che gli Hyena Ridens non sono una band particolarmente sperimentale. Continua a leggere